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Die Kunst der Fuge). Mus. - Opera strumentale di
J.S. Bach composta nel 1749-1750. Questo capolavoro della musica strumentale del
periodo barocco, l'ultimo compiuto dal grande musicista, è costituito da
15 fughe, 4 canoni, tutti costruiti (tranne l'ultima fuga, incompiuta) su
un unico soggetto. Le fughe sono semplici, doppie e triple. Solo per alcuni
brani - dato che l'opera esiste soltanto in partitura - Bach ha indicato la
destinazione con la dicitura "per cembalo"; per gli altri, 15 in tutto, non
è dato di sapere se il compositore intendesse affidarli all'orchestra,
all'orchestra da camera o ad altri strumenti (particolarmente al clavicembalo).
Dalla partitura originale molti trascrittori hanno realizzato l'opera per
"quartetto d'archi, organo e fiati" (W. Graser, nel 1927); per "orchestra basata
sui manuali (4) dell'organo" (R. Vuataz, 1937); per "quartetto d'archi" (Roy
Harris); per "due pianoforti" (E. Schwebsch); per "grande orchestra" (Adriano
Lualdi); per "soli archi e un violino, viola e violoncello" (K. Weimar e R.
Klem). Da tutte queste trascrizioni emerge il fascino irresistibile dell'opera,
che può essere considerata quasi una "summa" dell'arte del suo autore.
L'
A. della f. venne pubblicata postuma nel 1750, ma non si affermò
subito come avrebbe meritato; fu considerata, più che una composizione
degna di venire eseguita, una miniera per lo studio e per la lettura. Soltanto
nel nostro secolo se ne apprezzarono la trascendentale ricchezza
contrappuntistica, la grande abilità compositiva, la cultura musicale e
l'illimitata potenza di espressione. Caratteristico il terzo tema della grande
fuga quadrupla, nel quale il compositore si basò sul proprio cognome
trasferito nella notazione tedesca:
B: si bemolle;
A: la;
C: do;
H: si naturale.